Quel che resta del m5s si prepara alla scissione. Di Battista:”hanno tradito tutto e tutti”
Il ministro meno popolare della storia della Repubblica italiana, Luigi Di Maio, è pronto a lasciare quel che rimane del m5 dopo che lo scontro con il capo politico Conte – sulla risoluzione da votare in Senato per l’ulteriore invio di armi a Kiev – e’ deflagrato tra insulti e minacce, in perfetto stile “vaffa” della prima ora.

E’ infatti in corso in queste ore la raccolta firme tra i deputati grillini per la creazione di un gruppuscolo autonomo alla Camera con circa 20 deputati, questo il quorum previsto per realizzarlo, che seguirebbero lo “statista” nella sua nuova avventura. I nomi che circolano sono quelli dei “fidi” Gianluca Vacca, Sergio Battelli, Alberto Manca, Caterina Licatini, Luigi Iovino, Vincenzo Caso, Davide Serritella, Daniele Del Grosso, Paola Deiana, Filippo Gallinella ed Elisabetta Barbuto

Al Senato, invece, i parlamentari pronti all’addio al movimento sarebbero 14, tra cui gli “indispensabili” Emiliano Fenu, Fabrizio Trentacoste, Antonella Campagna, Vincenzo Presutto.
Intanto, sui venti di scissione, e’ intervenuto il fondatore Beppe Grillo con le solite, “illuminanti”parole: “Chi non crede nelle regole lo dica – scrive sul suo, sempre meno seguito, Blog – La luce del sole è il miglior disinfettante e luce sia, dunque, sulle nostre ferite, sulla palude e sull’oscurità. Qualcuno non crede più nelle regole del gioco? Che lo dica con coraggio e senza espedienti. Deponga le armi di distrazione di massa e parli”. Se non ci fosse da piangere pensando a tutto il consenso carpito negli anni e dilapidato a colpi di strafalcioni e incoerenze sarebbe da ridere, insomma.
L’ex comico ha poi annunciato che sara’ a Roma giovedì, mentre domani è prevista un’assemblea dei suoi illuminati parlamentari che si annuncia all’insegna dell’insulto libero e del tutti contro tutti.

Sulla frattura dentro i 5 stelle, inoltre, è anche intervenuto il gia’ fuoriuscito Alessandro Di Battista con parole tutt’altro che benevole “Della nuova scissione del Movimento 5 Stelle (ricordo che ne avvenne già una dopo l’ok al governo Draghi) e della nascita del nuovo gruppo ‘atlantisti e europeisti’ o ‘moderati e liberali’, non mi importa nulla. Ho lasciato il Movimento esclusivamente per questioni politiche quando venne presa la decisione scellerata (e suicida) di entrare nel governo dell’assembramento- aggiungendo – Ciò che avviene oggi è soprattutto frutto di quei giorni. Un movimento nato per non governare con nessuno ha il diritto di evolversi e governare con qualcuno (mantenendo, ovviamente, la maggioranza nel consiglio dei ministri) per portare a casa risultati. Non ha alcun diritto di governare con tutti per portare a casa comode poltrone. Si chiama ignobile tradimento. Non senso di responsabilità”. Poi conclude: “Forse adesso, e soltanto adesso, alcuni attivisti del Movimento stanno comprendendo le ragioni delle mie scelte passate (e anche di quel che dicevo in passato). Ma, per l’appunto, è il passato”.
Quel che resta del m5s e’ tutto nelle sue parole
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