Milano vince lo scudetto e la terza stella! Virtus, arbitri a parte, quanti rimpianti!
L’Olimpia Milano batte la Virtus in una partita senza storia e si porta a casa lo scudetto della terza stella.
Senza strafare, giocando una partita appena sufficiente, gli uomini di Messina hanno disposto agevolmente dei felsinei.
Bologna non si è praticamente mai iscritta alla partita, restando silente con tutti i suoi uomini migliori: lo zero alla casella punti di Belinelli dice tutto, ma anche Teodosic, Hackett e Shengelia non hanno fatto molto di più.
Scariolo ha provato a rimescolare le carte più volte, aggrappandosi perfino a una zona 2-3 allungata, ma nulla ha potuto di fronte alla abulia offensiva dei suoi: i 55 punti finali sembrano inverosimili per una squadra che ne ha segnati più di 80 di media nelle ultime tre stagioni.

Tantissimi tiri da 3 (32, mai così tanti per Bologna) anche ben costruiti, ma che non sono mai entrati.
Un esito per certi versi prevedibile, in una serie tanto lunga e tirata, vista l’età media dei protagonisti delle V nere e la differenza di profondità delle rispettive rose.
Tra i campioni, MVP e protagonista assoluto Gigi Datome, che evidentemente, potendo centellinare i minuti in campo, si è presentato con lo smalto dei giorni migliori.
Anche Hines, soprattutto nel primo quarto, ha messo i mattoncini utili a scavare il break decisivo, mentre Napier e Baron hanno messo i canestri conclusivi della sicurezza.
Diversamente da quanto pensavano in molti, il fattore campo si è rivelato decisivo come non mai.
Scariolo e compagni hanno il grosso rimpianto di aver buttato al vento i 4 punti di vantaggio nella regular season, quando ormai sembrava solido il primato in classifica.
Gli ulteriori rimpianti riguardano le precedenti tre partite della serie a Milano, in particolare gara 2, contrassegnata da banali errori dei virtussini e, soprattutto, da diverse interpretazioni arbitrali.

Dei fischietti abbiamo già detto nelle puntate precedenti di questa rubrica: protagonisti in negativo in tante, troppe occasioni, e sempre in una direzione.
Materiale di riflessione per la Lega, se si vuole riportare il nostro basket ai fasti di un tempo.
A Bologna resta l’amarezza per una stagione incompiuta, partita con i migliori auspici (con la vittoria in Supercoppa) e terminata tra le secche del secondo posto: dopo l’inopinata sconfitta contro Brescia in finale di Coppa Italia, questa ulteriore medaglia d’argento non può che avere un sapore amaro.
Milano gioisce per la trentesima volta, per la felicità di patron Armani, per una volta libera e fuori dal protocollo.
Messina invece ha festeggiato con un pensiero ai 7-800 (bolognesi, ndr) che, a suo dire, continuavano ad insultarlo. Ognuno fa festa a modo suo…
Diego De Mattia
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