L’ex medico della Virtus Bologna che avrebbe assassinato la moglie “poteva uccidere anche l’amante”
Anche la giovane amante del Dottor Amato, ex medico della squadra di basket di Bologna finito in carcere con l’accusa di aver ucciso la moglie, poteva correre il «concreto rischio di subire una sorte analoga» secondo il giudice delle indagini preliminari di Bologna Claudio Paris.
Il medico 64enne, secondo le accurate indagini, avrebbe somministrato alla moglie Isabella Linsalata, 62 anni ginecologa e medico di base, trovata morta nella sua casa a Bologna il 31 ottobre 2021, un mix letale di farmaci a base di benzodiazepine e sevoflurano, quest’ultimo forte anestetico ad uso ospedaliero.
Per il gip Claudio Paris c’e’ gia’ il movente: Amato era preso da un «desiderio irrefrenabile» di vivere la sua storia extraconiugale in liberta’ con una donna più giovane, conosciuta nel 2018.

Dalle intercettazioni emerge anche la paura della giovane amante dopo la morte della moglie di Amato e l’apertura dell’inchiesta: «Ma secondo te, ci dobbiamo veramente iniziare a pensare, questo qua fuori di testa può aver fatto qualcosa quella sera?» confida ad un’amica la donna in una conversazione intercettata ad aprile 2022.
E ancora: «Questo e’ un pazzo furioso, ma davvero noi siamo convinti che lui non si sia fatto venire un momento di delirio, perché io in quel periodo non gli rispondevo più al telefono, non ci sentivamo più».
Anche la stessa vittima aveva iniziato a sospettare del marito almeno due anni prima della sua morte: Nel maggio del 2019, infatti, dopo aver scoperto la relazione extraconiugale, Isabella aveva iniziato ad avvertire strani malori misti ad episodi di narcolessia e ne aveva anche parlato con le amiche e la sorella.
Quest’ultima, in particolare, spinge Isabella a sottoporsi ad esami delle urine per il timore che il marito possa somministrale qualcosa nelle tisane che prepara alla moglie quotidianamente.
Subito dopo «la terribile scoperta», come confiderà alla sua dottoressa: dosi massicce di benzodiazepine nel suo corpo.
Isabella capisce ma non denuncia per proteggere i figli, sperando probabilmente in una riconciliazione col marito, ma si sfoga al telefono «ho a che fare con uno psicopatico», e lascia le analisi ad un’amica che le conservera’ fino al giorno del decesso.

Amato potrebbe aver ucciso, oltre alla moglie, anche la suocera – morta appena 22 giorni prima della figlia – in quanto l’anziana donna era stata trovata senza vita nel suo letto in un appartamento comunicante con quello dei coniugi.
Le prime analisi sulla sua salma, riesumata dopo l’apertura delle indagini, hanno dato esito positivo al sedativo ospedaliero midazolam, e si sospetta anche la presenza del solito sevoflurano usato dal medico con la moglie.
E pensare che moglie e figli avevano scoperto presto la seconda vita di Amato, che si trovava diviso tra famiglia e passione.
«Infelice e pericoloso», sviluppa il «morboso desiderio della propria amante». Solo che quest’ultima decideva in quel periodo di lasciarlo perché si era fatto ossessivo. Gli dava dello «psicopatico» rinfacciandogli di averle messo le mani addosso più volte.
«Sei diabolico e pericoloso, non ti amo più», gli diceva spesso. È forse per la paura di perdere la giovane amante che Amato decide di compiere il presunto crimine facendo fuori la moglie in un modo cosi’ subdolo e spietato?
Il processo chiarira’tutti gli aspetti di questa triste vicenda che ha scosso Bologna e la societa’ cestistica dove Amato prestava la sua opera professionale
Francesco Neri
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