Il punto sulla serie A: Roma e Lazio non si fermano più! Stop Milan, crollano Juve e Inter

Ancora una gran prova della Lazio, che supera senza grandi affanni lo Spezia e consolida il suo secondo posto (che adesso sarebbe tale anche senza la penalizzazione della Juventus) e, soprattutto, il margine sulla quinta (10 punti).

Al Picco c’è stata partita solo per una ventina di minuti, in cui i padroni di casa hanno sfiorato due volte il vantaggio con una traversa e un gol divorato da Nzola.

Da lì in poi solo Lazio, con il vantaggio su rigore di Immobile, il raddoppio nella ripresa di Anderson e il 3-0 finale di M. Antonio.

Il Milan non va oltre il pari a Bologna. Ancora una volta, decisivo è stato il turnover improvvidamente imposto da Pioli, che addirittura ha cambiato 10/11 della squadra che aveva battuto il Napoli in coppa.

Un atteggiamento che non ha eguali in Europa, e che sta inevitabilmente condizionando questo finale di stagione dei rossoneri.

Un club del livello del Milan, con al vertice un uomo dello spessore di Maldini, dovrebbe pretendere dall’allenatore un diverso atteggiamento; il turnover così esasperato, prima ancora che nella qualità dei giocatori, penalizza la squadra per il segnale che offre, di una partita poco importante o facile da vincere.

Il match ha avuto anche una coda polemica per un paio di rigori reclamati dal Milan: sul pestone rifilato da Sumaoro a Rebic le proteste ci sembrano legittime, mentre l’intervento di Lucumi non è sanzionabile. Per il Bologna un’altra bella conferma e l’aggancio della Juve al settimo posto.

All’Inter è andata addirittura peggio: battuta in casa dal Monza, undicesima sconfitta stagionale e quarto posto che si allontana pericolosamente.

In questo caso il turnover spiega solo in parte il differente rendimento dei nerazzurri tra campionato e coppe, dove la squadra mostra tutto il suo valore ed è vicina alla semifinale di Champions, dopo aver raggiunto quella di Coppa Italia.

Ancora una volta l’undici di Inzaghi è apparso scarico e svogliato, e dopo un discreto avvio la squadra si è progressivamente spenta, fino a evaporare del tutto nel finale.

È superfluo ripeterci nell’annoverare quelle che sono le evidenti responsabilità dell’allenatore in questa défaillance.

Il Napoli, dopo la sconfitta a San Siro nell’andata dei quarti di Champions, si regala un pomeriggio tranquillo contro il Verona, che strappa un punto pesante.

Per i partenopei la grande notizia è il rientro di Osimhen, che appena entrato spacca la traversa e mostra di essere del tutto recuperato per il ritorno contro il Milan.

Pace fatta, almeno sembra, tra De Laurentiis e gruppi ultras, altra nota lieta della serata napoletana.

La Juve perde ancora a Sassuolo replicando lo stesso copione della scorsa settimana all’Olimpico: gara inguardabile nel primo tempo, meritato vantaggio degli emiliani a inizio ripresa e tardiva reazione con l’inserimento di Chiesa, Di Maria e Pogba.

“Potevamo mettere le milanesi a 11 e 9 punti”, il commento di Allegri – che deliberatamente omette i 15 punti di sanzione – e dimostra ancora una volta l’idea di rispetto delle regole di questo club.

Per i neroverdi ennesimo successo del loro fantastico girone di ritorno, in cui solo Napoli e Lazio hanno fatto meglio.

Dopo la sconfitta in Olanda, la Roma sfrutta il passo falso delle milanesi e allunga in classifica grazie al successo sull’Udinese.

Bella partita soprattutto nel primo tempo, affrontato dai giallorossi con insolito ardore e chiuso in vantaggio grazie a Bove, lesto a ribadire in rete la palla respinta dal palo sul rigore di Cristante.

Nella ripresa raddoppio di Pellegrini, che trova il suo primo gol su azione e si riscatta dopo l’errore dagli 11 metri a Rotterdam e le conseguenti polemiche.

Rigori che stavolta sorridono a Mou, perché i friulani avrebbero la chance dal dischetto per rientrare in partita, ma Rui Patricio ipnotizza Pereyra e regala ai compagni un finale sereno, in cui anche Abraham trova la via del gol.

La Cremonese batte l’Empoli, vince la seconda partita consecutiva e alimenta qualche speranza per la salvezza.

Solo pari invece tra Lecce e Samp, che inguaia i salentini ma serve a poco anche ai doriani. Pari anche per la Salernitana a Torino, che a piccoli passi sta guadagnando una salvezza tranquilla.

Tra Fiorentina e Atalanta bella partita e un punto a testa, ma molte polemiche per il rigore del pareggio viola.

Ci sono voluti 6 minuti per indagare il tocco di braccio al VAR, e questa è già una notizia rispetto a certe situazioni del recente passato, in cui tocchi di mano più evidenti sono stati sorvolati in poche battute.

Dopodiché vorremmo ricordare una norma non scritta che da tempo sembra smarrita: nel dubbio, non è mai rigore!

A cura di Diego De Mattia

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