Il punto sulla serie A: Napoli, sono 11! Ripartono Milan, Juve e Inter. Male le romane
Il Napoli batte anche l’Udinese, per l’undicesima di fila, e chiude il 2022 in posizione di netta superiorità, non solo di classifica. Anche stavolta la solita perfetta macchina da gol, con il consueto colpo di testa di Osimhen che apre le marcature, seguito da Zielinsky ed Elmas.
Diversi dal solito solo i 10’ finali, con i partenopei che si sentono già al traguardo e staccano la spina troppo presto, i friulani che rientrano in partita fino al 3-2 e mettono qualche apprensione ai tifosi del Maradona.

Il Napoli è probabilmente l’unica squadra che non trarrà beneficio dalla lunga sosta, visto che al momento sembra giocare un campionato a parte.
Il Milan ha faticato non poco a mantenere il secondo posto solitario e gli 8 punti di svantaggio, piegando la Fiorentina solo nel recupero grazie a un autogol, dopo una partita in cui i viola avevano avuto molte chances per passare in vantaggio.
Il Bologna trova finalmente una serata entusiasmante di fronte al proprio pubblico e ne fa tre nel derby della via Emilia.
Verona, Sampdoria e Cremonese perdono ancora contro Spezia, Lecce ed Empoli: confronti diretti che non possono essere ancora decisivi ma che aprono un baratro tra le ultime tre e le altre in lotta per salvarsi.
L’Inter vince a Bergamo e ritrova dopo molto tempo il quarto posto, seppur in coabitazione con la Lazio: dopo il Bologna, è la seconda rimonta consecutiva. Gli uomini di Inzaghi ribaltano il risultato trascinati da Dzeko, e mostrano di esser sulla buona strada per tornare ai massimi livelli.

Per l’Atalanta terza sconfitta consecutiva, un’improvvisa fragilità difensiva ne sta minando il cammino.
La Juventus trova il sesto successo consecutivo contro la Lazio e si installa al terzo posto superando gli stessi biancazzurri. I bianconeri vincono in maniera rotonda, aspettando gli avversari nella propria metà campo e ripartendo con un contropiede d’altri tempi, ispirati da un Kean in gran forma che non fa rimpiangere Vlahovic.
Lo schema prediletto da Allegri sta pagando dividendi in questa fase, e rilancia la Juve con ritrovate ambizioni alla ripresa del campionato.
Se Atene (la Lazio) piange, Sparta non ride: la Roma chiude una settimana tremenda con un altro pareggio, il secondo consecutivo dopo quello di Sassuolo, e archivia il 2022 al settimo posto, tra tante polemiche e malumori della tifoseria.

Solita partita inguardabile per 70 minuti, con la Roma che aspetta un episodio e il Torino che fa la partita, trovando un gol con Linetty e sfiorando poco dopo il raddoppio con Sanabria.
A quel punto l’ingresso in campo di Dybala da una svolta al match, il Toro è costretto alle corde e subisce il forcing dei giallorossi, che però trovano il pari solo al 94’ con Matic, dopo che un paio di minuti prima Belotti aveva calciato sul palo un rigore.
Pareggio giusto, ma non per Mourinho. Intervistato nel post gara esordisce con un lapsus freudiano (che la dice lunga sul suo approccio ai direttori di gara) dicendo di non aver gradito “il gioco dell’arbitro”.
Come in tutte le partite in cui la Roma è in difficoltà, il tecnico portoghese individua nell’arbitro il principale avversario da battere; il provvedimento disciplinare di ieri segue i cartellini già subiti dal tecnico di Setubal contro Udinese, Atalanta, Napoli.
Dopo Karsdorp, anche Abraham (uscito tra i fischi dell’Olimpico) finisce nelle mire di Mou, che alla fine, attribuisce alle assenze di Pellegrini e Dybala il momento di difficoltà dei suoi.
La luce dei “giocatori speciali” dice, e non è la prima volta che si rivolge in questi termini ai propri giocatori. Omettendo, ancora una volta, un dettaglio: Mourinho è a Roma da 18 mesi, ha partecipato ( o diretto?) tre sessioni di mercato (solo la prima di oltre cento milioni, la più costosa nella storia del club); molti di quegli acquisti, come Shomurdov o Vina, passano tutte le domeniche seduti a guardare, mentre i vari Dzeko, Pedro, Mkhitaryan, liquidati senza contropartite, fanno la fortuna dei rispettivi club.
Comunque, dopo arbitri, raccattapalle, infortuni, malasorte, giocatori non all’altezza o non professionali, la nutrita lista di Mourinho si arricchisce di ulteriori colpevoli delle debacle giallorosse. Restiamo fiduciosi in attesa del giorno in cui lo stesso ci parlerà delle sue responsabilità.
A cura di Diego De Mattia
Seguici anche sui social da qui