Il punto sulla serie A: Manita-Inter sotto la Madonnina! Juve-VAR, ci risiamo. La Roma a valanga
Anche questa settimana apriamo la rubrica parlando di un altro fatto sconcertante accaduto allo Juventus Stadium.
Decimo minuto, Vlahovic va in gol pochi istanti dopo che la palla giocato da McKennie ha probabilmente superato la linea laterale.
Probabilmente, diciamo, perché, come spesso accade da queste parti, quando serve non vi è una telecamera che possa fugare ogni dubbio; non aiuta di certo la risibile ricostruzione della sala VAR, che, oltre a riscrivere le regole della geometria con metodi caserecci, analizza l’azione con un frame d’anticipo, quando la palla è ancora in campo.

Come si vede nell’immagine qui proposta, probabilmente non lo è nell’istante successivo. Ma l’Oscar alla vergogna stavolta lo vince per distacco DAZN, che, sorda alle richieste di migliaia di utenti che ne invadono le pagine social, nasconde il replay dell’azione incriminata per tutta la partita.
Cose che neanche nella Pravda di sovietica memoria, ma evidentemente a questo broadcaster non bastano i disservizi che da anni, ogni weekend, causa agli utenti.
La partita per noi termina lì, non vale la pena raccontare un match con queste premesse. La nostra sensazione è che ormai il club di casa Agnelli disputi un campionato a parte, un torneo in cui è l’unica squadra in corsa e il cui mantra – scolpito nella pietra da parte del Presidente FIGC – è “tutelare il brand Juve”.
L’Inter travolge il Milan nel derby (5 su 5 vinti dai nerazzurri nel 2023), resta da sola in testa a punteggio pieno, e si accredita come principale forza del campionato.
Dopo un primo tempo equilibrato, chiuso però avanti per 2-0, gli uomini di Inzaghi dilagano nella ripresa, grazie alla doppietta di Mkhitaryan e a un devastante Thuram, che ha messo a nudo le difficoltà della rabberciata difesa milanista.
I rossoneri sono stati in partita solo per un tempo, orfani di Tomori e con Leao che si è acceso solo in occasione del gol. Segnalato Ibra – tutor di Pioli dei giorni difficili- in arrivo a Milanello.

Altro passo falso del Napoli, fermato sul pari dal Genoa, dopo esser stato sotto di due gol. Partita davvero brutta dei partenopei, che subiscono per larghi tratti l’aggressività degli avversari, trainati da Gudmundsson e Retegui, e rientrano in partita solo nel quarto d’ora finale, con due perle di Raspadori e Politano.
Gli azzurri reclamano per una vistosa spinta subita da Anguissa in occasione dell’1-0 e per un intervento nell’altra area su Osimhen, ma arbitro e VAR tacciono.
Il nigeriano è alla seconda partita senza gol, una notizia; ma è tutta la squadra ad apparire improvvisamente involuta e scarica.
Con una clamorosa remuntada, il Frosinone ribalta il Sassuolo e raggiunge quota 7 punti. Gli emiliani vanno avanti con una doppietta di Pinamonti, dominano il match, ma all’improvviso si spengono e vengono travolti dalla verve dei ciociari, bravi a non mollare mai.
Pari e tante emozioni tra Monza e Lecce: in gol ancora Colpani e Krstovic. Ha provato a rovinare il match l’arbitro Marinelli, la cui inettitudine è inferiore solo alla sua presunzione: sull’assurda espulsione di Baschirotto il VAR gli segnala la topica, ma lui tira dritto anche dopo la review.
La Fiorentina supera l’Atalanta con una gara piena di gol, emozioni ma anche tanti errori. Protagonista in negativo è sicuramente Gasperini, che prima snatura la squadra lasciando Scamacca in panchina, poi cambia assetto proprio quando la Dea sembrava poter prendere il sopravvento, sostituendo un Lookman ispirato che aveva appena trovato il gol del 2-2.
La Roma finalmente vince, e lo fa in modo fragoroso quanto inconsueto per le sue attitudini sparagnine, asfaltando il povero Empoli sotto un diluvio di ben sette gol.

Prime reti per Lukaku e Renato Sanches, oltre alla doppietta di Dybala (anche una traversa per lui) e ai gol di Cristante e Mancini.
Chissà che questa goleada non aiuti i giallorossi a rinforzare le convinzioni nei propri mezzi e a essere più propositivi anche di fronte ad avversari di taglia superiore.
Un sontuoso Torino espugna Salerno con un netto 3-0: prova maiuscola di Radonjic, che segna due gol (più un terzo annullato per fuorigioco millimetrico) ed è finalmente il giocatore che Juric ha aspettato per tanto tempo.
Molto bene anche Zapata, già perfettamente inserito. Male i campani, in partita solo per un tempo. Cagliari – Udinese e Bologna – Verona terminano senza reti e con poche emozioni
A cura di Diego De Mattia
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