Il punto sulla serie A: Le milanesi e il Napoli gia’ volano. Juve: scandalo Di Bello e Var. Le romane non pervenute

Avremmo voluto iniziare questa rubrica parlando di calcio, come ogni settimana.

Del Napoli, travolgente come sempre, della crisi delle romane, dei successi delle milanesi.

Invece ci troviamo, per l’ennesima volta (ma più grave e incomprensibile del solito), a dover commentare le miserie del calcio italiano.

Ci si riferisce ovviamente all’increscioso episodio di Juve-Bologna, in cui Di Bello e il VAR Fourneau hanno cancellato quella che sarebbe stata una vittoria certa e strameritata dei felsinei.

Il mancato intervento sul fallo di Iling Jr. su Ndoye – meritevole di rigore ed espulsione – è qualcosa di inspiegabile per la mente umana.

La FIGC da molti mesi ha dettato una linea chiara, facendo intendere senza perifrasi che la salvezza del calcio nostrano coincide con gli interessi del club bianconero, che, diversamente, non avrebbe neanche potuto partecipare a questo campionato per i noti scandali.

Quello che vediamo è il risultato di questa inqualificabile impostazione, in cui il merito e la lealtà sportiva sono ridotti a inutile orpello.

È l’ennesimo scandalo che pregiudica oltremodo la credibilità del nostro calcio e delle relative istituzioni, una sorta di Circo Barnum in cui tutti i figuranti recitano una parte.

E non deve stupire poi che il prodotto Serie A sia così svalutato e non si riesca ad assegnare i diritti tv a un prezzo decente.

In un mondo normale i protagonisti di questo scempio sarebbero puniti e allontanati dalle competizioni per un lunghissimo periodo, ma sappiamo già che se la caveranno al massimo con 2-3 turni di stop.

Piuttosto, se Rocchi vuol salvare la faccia, faccia almeno desecretare al più presto l’audio degli scambi arbitro-sala VAR.

Venendo alle più liete note di calcio, consueto show del Napoli, che si conferma la squadra da battere.

Apre il solito Osimhen dagli 11 metri (corretta la chiamata VAR), chiude Di Lorenzo assistito da Kvara, entrato da appena due minuti.

In mezzo, un rosso a Lopez, un altro rigore fallito da Raspadori e molte occasioni sciupate dagli azzurri.

Il Milan asfalta il Toro e conferma le ambizioni di scudetto. Ancora in gol Pulisic, che insieme agli altri acquisti ha dato nuove certezze al centrocampo dei rossoneri.

Per il resto, i soliti Leao, Giroud e Theo archiviano la pratica con due rigori (entrambi suggeriti dal VAR) e un gran gol del laterale francese.

La Roma cade a Verona e adesso il match di venerdì contro la squadra di Pioli rischia di essere già una sliding door della stagione.

I giallorossi si presentano in campo con una formazione inusuale, con la coppia di centrocampo Cristante-Paredes inevitabilmente destinata a soffrire il dinamismo degli avversari.

Subisce un gol per una papera di Rui Patricio (ogni tiro un gol ormai per lui), sfiora il pari in almeno tre occasioni, ma nel finale di tempo si fa trovare del tutto sbilanciata e concede il raddoppio a Ngonge.

Un po’ meglio la ripresa, con Aouar (primo gol per lui) ed El Sharawy che offrono brio e soluzioni offensive.

Si infortuna nuovamente Dybala, il Verona resta in 10 per fermare Belotti (tra i pochi a salvarsi) lanciato a rete, ma le speranze di pareggio si spengono sulla traversa colpita da Pellegrini.

Nel pre partita Mourinho se l’era presa con i tifosi – troppo distratti secondo lui – per il pari contro la Salernitana.

Ma soprattutto il mister portoghese ha avuto ancora una volta parole velenose verso la società. “Ci sono club che scelgono i giocatori e prendono solo le prime scelte”.

È curioso che Mou dica questo proprio mentre sta per arrivare Lukaku, a lungo conteso da Juve e Inter; ma ancor più questa uscita stride con la situazione generale delle big italiane, costrette a un mercato di ripieghi e difficoltà economiche, in cui sembra già tanto riuscire a trattenere i propri pezzi pregiati.

Restiamo sempre in trepidante attesa di sentire il portoghese assumersi, per una volta, le proprie responsabilità per uno spettacolo comunque sempre modesto, fatto di partite infinite, piene di scontri, gazzarre, proteste, litigi, in uno scenario che c’entra ben poco con il calcio.

Anche la Lazio cade in casa contro il Genoa e adesso è attesa al Maradona per un match che può essere uno spartiacque della sua stagione.

Irriconoscibili nel primo tempo, gli uomini di Sarri hanno tentato una reazione nella ripresa, senza peraltro creare grandi palle gol.

La sconfitta di Lecce sembra aver innescato un blackout, in cui l’assenza di Milinkovic ha sicuramente il suo peso.

Male anche l’Atalanta, sorpresa a Frosinone dall’uno-due iniziale dei ciociari e incapace di riprendersi, nonostante le numerose occasioni create.

Si rivede il Monza brillante e spettacolare: con un gol per tempo di Colpani regola agevolmente l’Empoli.

La Fiorentina va avanti di due gol, ne sfiora altri, domina, ma sul più bello si butta via e concede al Lecce la rimonta (un’altra, dopo quella con la Lazio).

Tra Salernitana e Udinese un pari, due bei gol d’autore (Samardzic e Dia) e uno spettacolo godibile tra due squadre che vogliono provare a raggiungere qualcosa in più della salvezza.

Chiude la giornata l’Inter che vince a Cagliari replicando l’ottima prova di una settimana fa: due gol, altrettanti legni e un match sempre in controllo, con Sommer che fa la prima parata del suo campionato all’89’.

Anche Inzaghi ed i suoi si iscrivono di diritto alla corsa scudetto

A cura di Diego De Mattia

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