Il punto sulla serie A: La Roma perde il derby e la faccia, la Juve (e Chiffi) battono l’Inter! Solito Napoli-show

Risse da far west, poco calcio, spettacolo zero, e il solito teatrino arbitro-VAR al cospetto della Juve: questa la sintesi dei due big match di Roma e Milano. Solo il Napoli ci riconcilia con questo sport.

La Lazio vince il derby con lo stesso risultato dell’andata e raggiunge il secondo posto. Prima ancora che nel gioco, i biancocelesti hanno vinto nella mentalità, andando decisi a caccia dei tre punti sin dal primo minuto, pur essendo davanti in classifica.

Mourinho aveva infiammato la vigilia, con dichiarazioni provocatorie che però alla fine hanno avuto effetto contrario, andando a caricare di eccessive tensioni il suo spogliatoio, che di certo non ne aveva bisogno.

Protagonista in negativo, come all’andata (e altre volte nei derby), Ibanez: 2 gialli in mezz’ora, entrambi nella metà campo avversaria. Una follia che ha compromesso il piano gara dei giallorossi, sempre che ve ne fosse stato uno.

Con la Roma in 10, Mou rinuncia al suo uomo-faro, Dybala, e con questa mossa si consegna definitivamente agli avversari. La Lazio trova il gol col migliore in campo, Zaccagni, dopo averlo sfiorato con Pedro e con Anderson. Un attimo dopo, ci sarebbe stato anche il pareggio della Roma, viziato però da offside.

Se guardiamo alle rispettive panchine, e in particolare ai subentrati (Matic, Abraham, El Sharawy, Lorente e Solbakken vs Cancellieri e Basic) non possiamo non chiederci come sia possibile l’estrema timidezza della Roma al cospetto di una squadra che ha una rosa di certo non superiore, a nostro avviso. Isteria collettiva al fischio finale, con risse in campo (altri 2 rossi) e anche negli spogliatoi, con il coinvolgimento di Lotito e Mourinho.

La Juve batte l’Inter nella stessa maniera con cui aveva superato la Samp: con una incredibile, vergognosa omissione di arbitro e VAR sui tocchi di mano di Rabiot e Vlahovic, in occasione del gol vittoria. Bis de eadem re ne sit actio, dicevano gli antichi romani sulla irripetibilità dell’azione legale.

E in effetti stavolta c’è una clamorosa aggravante (stranamente non rilevata dai media) che pesa sulla coscienza di Chiffi e sulla credibilità di questo campionato: quando il bianconero tocca col braccio, si vede distintamente l’arbitro fermarsi e portare il fischietto alla bocca; poi, inspiegabilmente, ci ripensa e tira dritto.

Quindi stavolta non vale l’ipotetica scusa della mancanza di chiarezza di immagini, perché Chiffi ha visto, e avrebbe dovuto fischiare almeno ad azione conclusa. È un fatto di una gravità tale per cui si fatica a non pensare a un atto in malafede, che merita una inchiesta.

La partita è tutta qui. Ad Allegri, che spesso parla del secondo posto in classifica, omettendo la penalizzazione (e talvolta si assegna anche i due punti – ingiustamente, a suo dire – sottratti dalla Salernitana) rammentiamo che questo è l’ennesimo degli incredibili aiuti da parte dei giudici di gara, che praticamente hanno ormai compensato la penalizzazione stessa.

Il Napoli dilaga a Torino, con l’ennesimo match-esibizione di questa stagione memorabile. Se fosse un film, lo troveremmo stucchevolmente ripetitivo e poco credibile, invece è la realtà che questo fantastico gruppo ci propone pressoché ininterrottamente da agosto.

Sul tabellino la solita coppia monstre Osimhen-Kvara, più Ndombele, ma è tutta la squadra, da Kim a Di Lorenzo, da Lobotka a Zielinsky che rende quasi invincibile questa corazzata. Che, perdipiù, sembra non esser mai sazia: la garra con cui Osimhen va a strappare agli avversari il pallone del quarto gol ne è l’emblema.

Il Milan perde a Udine e rivede i fantasmi del suo gennaio nero. Tutta la squadra è apparsa scarica e involuta, in costante affanno sulle ripartenze dei friulani. Pioli dovrà riflettere su questa sconfitta, e sulla necessità di una revisione tattica: la difesa a 3 aveva ridato compattezza nel momento più buio, ma non è nel dna di questa squadra.

Torna al successo l’Atalanta contro l’Empoli, grazie a una perla nel finale di Hojlund, da poco subentrato. Gasperini continua a centellinare l’utilizzo di questo ragazzo che, senza scomodare paragoni impegnativi, per numeri e caratteristiche fisiche e tecniche ci sembra molto più di una promessa.

La Fiorentina vince la quarta partita consecutiva e adesso può guardare con più fiducia alla possibilità di un posto nell’Europa meno nobile. Stesso discorso per il Sassuolo, quarto successo di fila contro lo Spezia grazie alla coppia Berardi-Lauriente’.

In coda, il Verona perde a Genova contro la Samp, allontanandosi dalla salvezza e rimettendo in gioco gli stessi doriani. Bella partita e pareggio tra Salernitana e Bologna, un punto che sicuramente fa più felici i campani; mentre l’1-1 tra Monza e Cremonese non serve a nessuna delle due.

A cura di Diego De Mattia

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