Il punto sulla serie A: impresa delle romane. Bene l’Inter, brusco stop del Milan

Impresa della Lazio che sbanca il Maradona e interrompe l’incredibile striscia casalinga dei partenopei (10 vittorie e un pari, prima di questa gara).

Una partita di carattere e personalità degli uomini di Sarri, che trovano la rete decisiva con un gran tiro di Vecino – dopo che lo stesso uruguaiano aveva sfiorato il gol in apertura – e la difendono senza grandi patemi, sfiorando addirittura il raddoppio nel finale.

Per i partenopei un inaspettato stop, con Osimhen e Kvaratskhelia disinnescati e una sola palla gol all’attivo. Dopo aver vinto a Bergamo, nel derby e con entrambe le milanesi, per la Lazio un’altra serata da incorniciare: è il risultato dell’evidente salto di qualità che la gestione Sarri ha portato rispetto agli anni precedenti.

Polveri bagnate tra Atalanta e Udinese, e un pari che lascia molta delusione tra i bergamaschi. Gli uomini di Gasperini pagano la brutta serata di Lookman e Hojlund, ma è tutta la squadra che sembra vittima di una improvvisa involuzione.

Finalmente una grande partita della Fiorentina che batte il Milan dominando e restituendo un po’ di sereno tra le fila viola. Passo indietro dei rossoneri, condizionati dall’assenza di Leao, e forse anche distratti dal prossimo impegno in Champions.

L’Inter vince senza troppi patemi contro un Lecce più dimesso del solito e ritrova il secondo posto solitario. Ancora a bersaglio Mkhitaryan.Due pareggi e nessun gol tra Spezia-Verona e Sampdoria-Salernitana. In entrambi i match poche emozioni, con la paura di perdere a farla da padrona.

La Roma supera la Juventus e aggancia il Milan al quarto posto. I giallorossi si sono presentati in campo con una formazione e un atteggiamento ancor più prudenti del solito, senza punte di ruolo, con Dybala spesso costretto a fare il terzino.

Primo tempo inguardabile – anche per gli standard di queste squadre- con la Roma che pensa solo a difendersi e la Juve che ci prova senza troppa convinzione, ma che al 44’ va vicinissima al bersaglio con un colpo di testa di Rabiot miracolosamente deviato sul palo da Rui Patricio.

Nella ripresa Mancini trova il gol con un destro dai 25 metri, la Juve prova a reagire ma in modo disordinato e con iniziative estemporanee: colpisce il palo altre due volte, va vicina al gol in varie occasioni ma il castello difensivo eretto da Mourinho regge fino al 97’ con un’ultima grande chance non capitalizzata da Danilo.

Diciamolo con franchezza: non è questo il genere di prestazioni che ci si attende da una squadra che ha ambizioni di vertice come la Rona. Nei mesi scorsi si giustificava questa postura con l’assenza dei vari Dybala o Wijnaldum; adesso, affrontare scontri diretti in modo così dimesso, attendendo sempre l’aiuto della buona sorte, è il contrario di ciò che dovrebbe fare una squadra per crescere di livello.

Di questa partita ai giallorossi restano i fondamentali 3 punti, che le permettono di restare agganciata al treno champions e, ci auguriamo, una ritrovata consapevolezza nei propri mezzi.

La Juve, per una strana nemesi, esce sconfitta da questo match proprio nel modo in cui ha costruito la maggior parte dei suoi successi di quest’anno: con poco gioco e molti 1-0 fortunati.

A cura di Diego De Mattia

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