Il punto sulla serie A: il Napoli suona la nona! La Lazio vince il derby, la Juve batte l’Inter e si rilancia

Doveva essere un weekend di verdetti, e lo è stato: il Napoli espugna anche Bergamo, segnando la nona vittoria di fila in campionato e confermandosi principale pretendente al titolo.

L’Atalanta è partita forte, è andata in vantaggio grazie a un rigore generoso (della pessima giornata del VAR diremo più avanti) e tutto sembrava preludere alla prima sconfitta dei partenopei, privi di Kvaraskhelia.

E invece la banda Spalletti ha reagito alla grande, ribaltando il risultato con il solito Osimhen, che prima ha siglato il pari e poi ha servito a Elmas il pallone del raddoppio, dopo una incredibile azione di rabbia e potenza.

Il Milan è tornato al secondo posto, a sei lunghezze dal Napoli, dopo una sofferta vittoria contro lo Spezia. La risolve Giroud nel finale, dopo che i liguri avevano pareggiato il gol iniziale di Theo con una magnifica esecuzione del figliol prodigo Daniel Maldini, e dopo che il VAR aveva invalidato un altrettanto splendido gol di Tonali.

I rossoneri al momento sembrano gli unici in grado di insidiare il primato dei campani, a patto che riescano a limitare le amnesie che ne hanno fin qui condizionato il cammino.

La Juventus batte l’Inter, la sorpassa e si rilancia in classifica. Dopo un primo tempo di sofferenza, in cui l’Inter ha avuto diverse palle-gol, i bianconeri mettono la testa avanti in avvio di ripresa, con un contropiede micidiale di Kostic chiuso alla grande da Rabiot.

Dopo un’altra grande occasione cestinata da Lautaro è arrivato il raddoppio di Fagioli, che ha chiuso il match. La juve non vinceva un confronto diretto da una vita, lo fa soffrendo e con un po’ di fortuna, nel momento più critico della stagione. L’Inter non ha sfigurato, ma è mancata nelle fasi cruciali della partita, disunendosi e non riuscendo a replicare all’inaspettato svantaggio.

La Lazio fa suo il derby con un gol di Felipe Anderson, imbeccato da Pedro, che molti sulla sponda giallorossa rimpiangono ancora. È stata una partita brutta, ricca di agonismo ma assai povera di contenuti tecnici.

Entrambe hanno fatto poco per prevalere, ma la Lazio è stata più squadra, e ha vinto grazie alla compattezza e alla lucidità che le hanno consentito di gestire i ritmi e indirizzare la partita sui binari preferiti. Una difesa solidissima ha completato il lavoro.

Dall’altra parte la solita Roma disarmante in questi match. A eccezione di qualche mischia e di una traversa su tiro rimpallato di Zaniolo, praticamente nulla in fase offensiva. Tanti palloni lanciati in area senza un’idea, quasi impossibile vedere tre passaggi in fila.

Anche il gol subito, che arriva per una leggerezza di Ibanez (non la prima di questo genere) è figlio dell’assenza di un palleggiatore a cui affidarsi nella costruzione dal basso.

È la terza sconfitta all’Olimpico per la Roma, dopo Atalanta e Napoli, tutte col risultato di 0-1. Mourinho le ha definite sconfitte immeritate, arrivate grazie a situazioni sfortunate: a noi sembra che quello zero alla voce gol fatti racconti molto dei problemi di questa squadra, incapace di cambiare spartito quando va in svantaggio.

A tutto questo si sono aggiunte scelte discutibili del tecnico portoghese, che ha inserito tardivamente elementi di spessore e qualità come Matic e El Sharawy, rinunciando solo nel finale alla difesa a tre.

Il Bologna batte il Torino in rimonta grazie a un grande Arnautovic e a un ritrovato Orsolini, per la terza vittoria di fila di Motta. Il Lecce, che sembra più efficace in trasferta che in casa, ferma l’Udinese imponendo un pari più che meritato.

I friulani hanno perso lo smalto iniziale, ma restano una bella realtà di questo campionato. La Fiorentina chiude la doppia trasferta in Liguria con altrettanti successi, che la rilanciano su posizioni di classifica più consone.

Bella vittoria dell’Empoli, che batte un Sassuolo forse troppo presuntuoso, grazie a un gol del giovanissimo Baldanzi.

Cade ancora il Verona a Monza, mentre la Cremonese strappa un punto a Salerno grazie a un rigore che Ciofani ha sbagliato due volte, prima del suo stesso tap-in vincente.

Ci piace sottolineare, di questa sfida, l’approccio e le parole nel post partita dei due tecnici. Di Alvini in particolare ci resta l’immagine emozionata, con gli occhi lucidi, di chi sente che ogni minuto su questo palcoscenico è un regalo insperato, e per questo ogni partita è vissuta e combattuta fino all’ultimo pallone; di Nicola, che sorvola sull’operato di arbitro e VAR, soffermandosi sui propri errori, apprezziamo ancora una volta la sportività: una lezione troppo spesso disattesa da molti suoi colleghi più quotati.

Il VAR, come anticipato, è stato un (indesiderato) protagonista di questa giornata. A Bergamo è intervenuto per sanzionare un mani di Osimhen, apparso un evidente caso di “unattended ball”, con il nigeriano che fa di tutto per ritrarre il braccio.

A Monza ha trasformato un’ammonizione in un rosso, supponendo, in modo assai discutibile, che l’attaccante avrebbe raggiunto la palla prima del portiere.

A Genova ha indotto l’arbitro a revocare il rigore concesso ai viola, giudicando lieve l’impatto subito da Jovic. A Salerno ha disposto la concessione di un rigore per la Cremonese.

A Milano infine, ha richiamato l’arbitro per far annullare il gol di Tonali, per un fallo subito nell’altra metà campo da uno spezzino. Tutte fattispecie, ci sembra, in aperto contrasto con il protocollo di applicazione del supporto arbitrale, che impone di intervenire solo per “chiari ed evidenti errori” del fischietto in campo, e mai per episodi controversi come quelli descritti

A cura di Diego De Mattia

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