Il punto sulla serie A: Crolla il Milan col Napoli in fuga. Riscatto Roma con la Lazio che cade in casa prima del derby
Non sono mancate le sorprese e le polemiche in questa dodicesima giornata di serie A ma permettetemi di introdurre questa analisi commentando quanto accaduto a San Siro nel posticipo del sabato sera.
In seguito alla diffusione della notizia dell’assassinio di un leader storico della Curva Nord – il pluripregiuducato Vittorio Boiocchi – gli ultras nerazzurri, dopo aver imposto il silenzio nei primi 45’, hanno costretto tutti i tifosi a lasciare la curva all’intervallo.
I social riferiscono di scene di panico, minacce e violenze, da cui non sono stati risparmiati neanche genitori con figli minori al seguito.

È l’ennesima pagina vergognosa del nostro calcio, scritta da un pugno di delinquenti che immagina la curva come spazio affrancato dalla legalità, ma soprattutto consentita dal comportamento omissivo delle forze dell’ordine e degli steward, del tutto assenti dalla scena.
E, non ultimo, dal silenzio omertoso, quasi totale, di stampa e tv, che non hanno dato la minima copertura a questo fatto gravissimo. Il neo Ministro dello Sport Abodi ha promesso punizioni severe, che a mio avviso non possono non colpire anche la società nerazzurra per la responsabilità oggettiva e l’omesso intervento.
Fatta questa premessa, torniamo a parlare di calcio. Non so esattamente con quali criteri la Lega stabilisca il calendario delle partite, ma far giocare il Napoli alle 15 di sabato è certamente un clamoroso autogol.
In un campionato fatto di partite soporifere e di contenuti tecnici spesso modesti, le uscite dei partenopei, in questo momento, sono un autentico spot per il calcio italiano.
La squadra campana continua a vincere e convincere giocando un calcio spettacolare che annichilisce qualunque avversario.
Osimhen, autore di una tripletta, è stato ancora il trascinatore anche contro il Sassuolo, ma sarebbe riduttivo concentrare su di lui, o sull’altro tenore – Kvaratskhelia – i meriti e le lodi: la compagine di Spalletti ci sembra un’orchestra magnifica, e l’avvicendarsi degli interpreti non altera minimamente la qualità della sinfonia prodotta.
Dopo l’eliminazione dalla Champions, la Juve è tornata al successo: grazie a un gran gol di Fagioli ha avuto ragione di un Lecce troppo timido, che solo nel finale ha rotto gli indugi colpendo un palo.
La vittoria dei bianconeri ci sembra tutto sommato meritata, ma i salentini recriminano per almeno tre omissioni di arbitro e Var che hanno consentito alla Juve di terminare la partita in undici: Miretti e Cuadrado meritavano entrambi il cartellino rosso.
In questo primo scorcio di campionato il Lecce è sicuramente il club più vessato dai direttori di gara.
L’Inter ha superato agevolmente la Sampdoria, facendo segnare la quarta vittoria di fila in campionato, a cui si somma la splendida qualificazione europea. I nerazzurri sembrano tornati in salute e domenica prossima sfideranno la Juventus in un confronto che potrebbe indirizzare le rispettive sorti in campionato.
La Lazio è inaspettatamente caduta al cospetto di una Salernitana sontuosa, che per la prima volta nella sua storia ha vinto all’Olimpico. Dopo un primo tempo in controllo, chiuso in vantaggio, i biancocelesti sono stati travolti dai campani, con i gol di Candreva e Fazio, che da queste parti hanno vissuto i giorni migliori delle rispettive carriere.
Intervistato nel post partita, Sarri si è scagliato contro Manganiello, colpevole della discutibile ammonizione di Milinkovic-Savic, che lo costringerà a saltare il derby per squalifica. Le parole del tecnico toscano hanno lasciato intendere un complotto ordito per favorire la Roma.
Polemiche che sembrano lasciar in secondo piano i tre punti persi, come se essi valessero meno di quelli in palio nel derby: ammissibile per un tifoso, assai meno per un allenatore che sembrava aver dato ben altra mentalità alla compagine di Formello.
Del resto lo stesso Sarri aveva inizialmente lasciato il serbo in panchina, pensando di preservarlo da eventuali rischi, e lui stesso ha ammesso che i laziali hanno perso lucidità in campo in seguito all’ingiusta ammonizione: segnali evidenti del fatto che molti pensieri erano già orientati alla sfida successiva.

La Roma ha dovuto penare 89 minuti per superare un Verona ridotto in 10 dal 36’. Anche qui grandi polemiche, da entrambi i fronti: Il Var ha convalidato il gol degli scaligeri, apparso viziato da un fuorigioco di Henry, che probabilmente ha condizionato l’intervento di Rui Patricio.
Poi ha richiamato l’arbitro per espellere Dawidowicz, reo di un fallo che lo stesso arbitro non aveva neanche sanzionato: l’intervento è rude e scomposto, ma francamente il rosso ci è sembrato esagerato.
Altre proteste, infine, per un fallo dì Karsdorp al limite dell’area su Lasagna. Anche in superiorità numerica la Roma ha faticato molto, costruendo poche palle-gol (un paio incredibilmente cestinate da Abraham) e trovando solo alla fine il jolly con un tiro di Volpato, sempre più coinvolto da Mourinho.
Il portoghese, dal canto suo, non ha resistito alla tentazione di riattizzare la polemica sollevata da Sarri, pur premettendo di non voler parlare del derby: “un allenatore che punta il dito sull’arbitro per nascondere le sue colpe”, ha sentenziato. Condivisibile, diremmo noi, se non venisse da un cotal pulpito.
Inattesa battuta d’arresto del Milan al cospetto del Torino. Dopo due grosse occasioni fallite da Leao (apparso più svagato del solito, probabilmente anche distratto dalle sue vicende contrattuali), i rossoneri incassano un tremendo uno-due dai granata.
Anche qui ci sarebbero state molte polemiche per il gol di Messias – apparso chiaramente irregolare – che ha dimezzato lo svantaggio, se gli uomini di Juric non avessero vinto. Molto probabilmente anche gli uomini di Pioli erano distratti dalla prossima, decisiva sfida contro il Salisburgo, che ne determinerà le sorti in Europa.
Torna al successo l’Atalanta, che si insedia così da sola al secondo posto. I bergamaschi, tornati ormai stabilmente a occupare le posizioni di vertice, sfideranno sabato prossimo il Napoli capolista in un match che si annuncia elettrizzante.
Vince ancora il Bologna, ed è la prima volta quest’anno che ci riesce senza il suo leader tecnico e carismatico, Arnautovic. Sembra che il lavoro di Motta inizi a produrre dividendi.
Chiudiamo con Cremonese-Udinese, finita in parità. I friulani incassano il secondo stop consecutivo, ma è da sottolineare l’eccellente prova dei lombardi di Alvini
A cura di Diego De Mattia
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