Il punto sulla serie A: Comanda Milano ed è già derby-scudetto! Cade il Napoli, disastro Roma!

Il Milan vince a Roma e adesso per i giallorossi c’è già aria di crisi.

Gli uomini di Pioli hanno letteralmente dominato per la prima ora di gioco, segnando su rigore (netto, a nostro avviso), sfiorando diverse volte il gol e trovando il raddoppio con una perla fantastica di Leao.

Solo l’espulsione di Tomori ha reso equilibrati i restanti 37 minuti di gioco, in cui la Roma comunque ha prodotto pochissimo, nonostante l’ingresso dì Lukaku.

Il gol di Spinazzola (con deviazione decisiva) l’unica gioia della serata per gli uomini di Mourinho.

Stucchevole, ancora una volta, dopo una sconfitta, l’assenza dalla sala stampa del portoghese, che dovrebbe avviare una seria riflessione sull’approccio dimesso con cui la sua squadra si presenta in campo, rinunciataria, timida, remissiva anche sotto di due gol, decisa e grintosa solo a gioco fermo, nelle infinite proteste con l’arbitro.

A luglio Mou aveva deriso la sua dirigenza facendosi ritrarre abbracciato al “nulla”, in una foto che simboleggiava gli acquisti che non c’erano stati; adesso i suoi detrattori gli fanno notare che quel vuoto andrebbe riempito con la prima vittoria, ma soprattutto con il gioco e con una mentalità da grande squadra, che in questi anni non si sono mai visti.

Quanto al Milan, la lezione di calcio impartita agli avversari certifica la forza di questa squadra, pronta per competere ai massimi livelli anche in Europa.

Dopo un anno passato sempre al vertice, il Napoli non è più in testa: la Lazio sbanca il Maradona, replicando il successo dello scorso campionato.

Partenza forte dei partenopei che schiacciano i biancocelesti e creano molte occasioni. Alla mezz’ora botta e risposta: a Luis Alberto risponde Zielinsky in un amen.

Il primo tempo si chiude col Napoli ancora in attacco, ma nella ripresa le cose cambiano progressivamente, la Lazio prende coraggio, inizia a imporre il suo gioco e il gran gol di Kamada, che chiude una pregevole azione, ne è la naturale conseguenza.

Da quel momento in poi la Lazio domina la gara, segna altri due gol – entrambi (giustamente) annullati per fuorigioco – e non rischia praticamente nulla.

L’Inter annichilisce la Fiorentina e raggiunge il Milan in testa alla classifica: il derby nel prossimo turno sarà il primo spartiacque per il primato.

Autentico show dei nerazzurri, non c’è mai stata partita: 4 gol (prima rete per Thuram, che sblocca il risultato, fa un assist e guadagna un rigore) 2 pali e tantissime altre occasioni. Per i viola neanche le briciole.

All’esordio da titolare al Gewiss, Scamacca fa subito doppietta pescando dal suo ampio e qualitativo repertorio, e l’Atalanta regola con un rotondo 3-0 il Monza.

La Dea si conferma anche quest’anno come pretendente credibile per un posto in Champions. Il Bologna batte meritatamente il Cagliari in rimonta con un gol nel recupero di Fabbian, dopo che Zirkzee (sempre più protagonista) aveva risposto a Luvumbo.

Anche un penalty sbagliato per i felsinei da Orsolini. Il Sassuolo trova i primi tre punti del suo campionato grazie al redivivo Berardi, che segna due gol proprio nei minuti conclusivi del calciomercato, di cui è stato a lungo protagonista chiacchierato, ma alla fine mancato.

Una fiammata di Radonjic nel recupero di un match brutto e noioso è sufficiente al Torino per agguantare la prima vittoria. Nessun gol tra Udinese e Frosinone: bene i ciociari.

Il Lecce sorprendente batte anche la Salernitana ed è addirittura terzo con 7 punti. Un palo e diverse occasioni per i campani che non hanno demeritato.

Anche la Juve a 7 punti dopo la facile vittoria di Empoli. I bianconeri trovano il gol dopo una mischia in area in cui ci sarebbero diverse cose da rivedere, ma non per il VAR.

Potrebbe raddoppiare su rigore (concesso anch’esso con generosità) ma Vlahovic lo sbaglia; solo nel finale Chiesa segna il 2-0 in una partita comunque sempre controllata dai bianconeri.

Una chiosa conclusiva al vergognoso episodio di domenica scorsa in Juve-Bologna: come previsto e anticipato in questa rubrica, solo uno o due turni di stop per Di Bello. Il segnale che manda la federazione è abbastanza chiaro: chi sbaglia paga, ma se sbagli a favore della Juve, paghi molto meno!

A cura di Diego De Mattia

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