Greenpeace, ReCommon e 12 cittadini fanno causa ad Eni: “Danni a coste e clima”
Le organizzazioni Greenpeace Italia e ReCommon, insieme a dodici cittadini, hanno citato in giudizio il colosso energetico italiano Eni così come il ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti che insieme controllano circa il 30% del capitale sociale della societa’ energetica
“Devono pagare i danni per coste e clima. Tra un decennio avrò trent’anni”, dice Rachele, “e il clima, qui in Piemonte dove vivo, sarà cambiato”
“La crisi climatica sarà gravissima. Ecco perché ho deciso di partecipare a questa azione legale in qualità di parte lesa. Non ritengo giusto che il principale fornitore di energia italiano, di cui lo Stato è il maggiore azionista, possa continuare anno dopo anno un programma di investimenti che va contro gli obiettivi fissati dall’ultimo rapporto dell’Ipcc, massima autorità scientifica in fatto di cambiamenti climatici”.
Rachele è una dei dodici cittadini italiani che hanno deciso di intentare una causa civile a Eni, insieme alle gia’ citate organizzazioni Recommon e Greenpeace Italia.
Chiamati in causa anche il ministero dell’Economia e la Cassa depositi e prestiti, i due azionisti pubblici determinanti di Eni
Vanessa Colosino
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