“Gli Europei perdono potere d’acquisto piu’degli Usa”: l’allarme del Wall Street Journal

È molto probabile che gli europei subiranno una perdita dei salari reali più rapida rispetto ai lavoratori d’oltreoceano a causa della guerra in Ucraina che provochera’ un nuovo pesante aumento dell’inflazione, minacciando di spingere l’Europa in uno stato di recessione” questo il monito del Wall Street Journal, la prestigiosa pubblicazione economica americana.

Fino al giorno dell’invasione, dunque, i tassi di inflazione europei sembravano destinati a rimanere al di sotto del loro equivalente statunitense, riflettendo una ripresa economica più lenta dalla pandemia di Covid-19. La situazione è cambiata dopo l’inizio della guerra, facendo salire i prezzi di cibo ed energia in Europa.

Gli aumenti dei salari in Europa sono molto indietro rispetto al costo della vita

L’importante differenza con gli Stati Uniti e’ che gli aumenti salariali in Europa sono molto indietro rispetto all’inflazione, portando a un forte calo dei salari reali, aggiustati per far fronte all’aumento del costo dei beni e servizi”.

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi

Si prevedono quindi forti cali del potere di acquisto rispetto ai salari in gran parte dell’Europa, con l’eccezione della Francia, dove i costi energetici sono aumentati molto meno a causa della dipendenza dall’energia nucleare e di un tetto massimo del governo sui prezzi dell’energia domestica.

Secondo l’OCSE i salari reali dovrebbero diminuire dal 2,5 al 4,5%”

Secondo l’OCSE, i salari reali dovrebbero diminuire del 2,5% in Germania, del 3% nel Regno Unito e del 4,5% in Spagna e Italia. Ciò segna una divergenza rispetto all’era prepandemica, quando i movimenti dei salari reali negli Stati Uniti e in Europa andavano di pari passo. Nel 2019, i salari reali sono aumentati dell’1,1% negli Stati Uniti e dell’1,6% in Germania“.

Prima dell’invasione, la Banca centrale europea prevedeva che il tasso di inflazione annuo dell’eurozona fosse in media del 3,2% quest’anno, al di sopra del suo obiettivo del 2%. Entro giugno, quando la banca ha prodotto le sue previsioni più recenti, l’aspettativa era che l’inflazione sarebbe stata in media del 6,8%.

Il prezzo più alto della guerra, quindi, lo sta pagando e lo pagherà l’Europa ed in particolare i suoi cittadini e lavoratori.

La redazione

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