Francia nel Caos: Dopo i Gilet gialli e la protesta per le pensioni ora e’ rivolta per l’uccisione di Nahel [VIDEO]

Ieri la madre di Nahel, Mounia, ha guidato la marcia per chiedere giustizia e verita’, tra scontri e fuoco nelle strade di Nanterre, sobborgo alle porte di Parigi

La morte di Nahel ha infatti scatenato rivolte nelle principali città di tutta la Francia, così come nella stessa Nanterre, 90.000 anime a ovest di Parigi dove il ragazzo era cresciuto e dove ha perso la vita per mano di un poliziotto.

L’adolescente, di origini algerine, aveva 17 anni ed era figlio unico senza padre: lavorava come fattorino e giocava a rugby in una squadra della cittadina alle porte di Parigi.

Il suo processo educativo è stato descritto come “caotico”: Era iscritto all’istituto di Suresnes, non lontano da dove abitava, per formarsi come elettricista, ma faceva numerose assenze. Non aveva precedenti penali.

Poco dopo le nove del mattino di lunedi’ scorso, il giovane è stato colpito a morte al petto, a bruciapelo, mentre si trovava al volante di un’auto Mercedes, dopo essere fuggito durante un controllo della polizia in moto

Le immagini dello sparo del poliziotto a Nanterre

“Cosa devo fare ora?” dice sua madre. “Ci ho dedicato tutto. Ne ho solo uno, non ne ho 10 di figli. Era la mia vita, il mio migliore amico”.

Il presidente della squadra di rugby Jeff Puech è uno degli adulti che lo conoscevano meglio a livello locale, avendolo visto solo pochi giorni prima della morte: “Era un ragazzo che usava il rugby per andare avanti. Aveva la volontà di inserirsi socialmente e professionalmente, non un ragazzo che spacciava droga o si divertiva con la delinquenza giovanile della citta’”.

Puech ha parlato di un“atteggiamento esemplare” dell’adolescente, lontano dall’immagine sgradevole che il giovane proiettava sui social network, sempre alla guida di fuoriserie e con atteggiamento sopra le righe, tipico degli adolescenti di origini arabe dei quartieri periferici della capitale francese

La madre di Nahel

“La violenza della polizia accade ogni giorno, specialmente se sei arabo o nero”, ha detto un giovane durante la manifestazione per chiedere giustizia per Nahel, anche se l’avvocato della famiglia, Yassine Bouzrou, ha dichiarato che non si tratterebbe di un caso di razzismo, ma di semplice quanto grave ingiustizia.

“Abbiamo una legge e un sistema giudiziario che protegge gli agenti di polizia e crea una cultura dell’impunità in Francia” ha detto il legale alla BBC.

Nahel non era un ragazzo facile, era soggetto a delle misure cautelari fatte di controlli di polizia sin dal 2021 ma non si presentava al commissariato ed era sotto processo per i “refus d’obtempérer”, rifiuti di collaborare.

Non più tardi dello scorso fine settimana, infatti, era stato messo in detenzione e avrebbe dovuto comparire davanti a un tribunale per i minorenni a settembre.

Gli scontri nelle strade francesi. Qui Marsiglia

Le rivolte scatenate dalla sua morte ricordano a molti, in Francia, gli eventi del 2005, quando due adolescenti furono uccisi mentre scappavano dalla polizia dopo una partita di calcio e si schiantarono contro una stazione elettrica a Clichy, un sobborgo di Parigi.

Intanto dopo la terza notte di proteste e scontri in tutta la Francia, con circa 670 arresti effettuati dagli oltre 40.000 agenti della Gendarmerie, la polizia francese schierata in tenuta antisommossa, i francesi si domandano se il loro paese e’ ancora sicuro o, come appare ormai da troppo tempo, fuori controllo.

Non e’ bastato l’arresto immediato del poliziotto per fermare l’ira dei giovani delle banlieu francesi: Ragazzi che fanno fatica ad inserirsi nella societa’ e che spesso cercano facili scorciatoie, tra droga e criminalita’ comune

Prima i Gilet gialli e la loro lunga protesta per i diritti dei lavoratori, poi le violente proteste per la riforma pensionistica imposta ai francesi, ed ora la rivolta delle banlieu dopo un brutale fatto di cronaca: E’ evidente che la politica interna francese ha sbagliato tanto e da troppo tempo

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