Crisi dei Balcani: Il Kosovo sospende le misure contro i serbi per evitare escalation
Gli Usa si fanno sentire intervenendo nella nascente crisi dei Balcani: l’ambasciatore statunitense Jeffrey Hovenier ha infatti “consigliato” a Pristina di sospendere il divieto dei documenti in lingua serba che ha scatenato forti proteste nella stessa minoranza
Le autorità della provincia separatista serba del Kosovo hanno quindi annunciato di aver posticipato a settembre l’applicazione del divieto di targhe e documenti di identificazione serba
L’ambasciatore statunitense in Kosovo avrebbe sollecitato Pristina in tal senso per evitare escalation, visto che la polizia si è scontrata con i blocchi stradali eretti dai serbi locali e le forze di pace della NATO sono state dispiegate
Il rinvio è stato accompagnato comunque dalla richiesta del governo del Primo Ministro Albin Kurti di smantellare le barricate da parte dei serbi
Nel nord della provincia separatista, i serbi infatti avevano istituito posti di blocco e creato allarme all’inizio della giornata, mentre la polizia speciale di Pristina, pesantemente armata, aveva preso il controllo di due valichi al confine

Tutto e’ nato dal governo del premier Kurti che aveva imposto di bloccare i veicoli con targhe e altri documenti rilasciati dalla Serbia, in nome dell’imposizione della “legge e dell’ordine” sull’intero territorio della provincia.
Sia i serbi locali che Belgrado si sono quindi opposti, sottolineando che Pristina è ripetutamente venuta meno ai suoi obblighi di rispettare i diritti civili e umani dei serbi.
Il presidente serbo Aleksandar Vucic ha dichiarato che i serbi “non subiranno altre atrocità” e ha giurato di “vincere” se il governo di etnia albanese continuerà a “perseguitare, molestare e uccidere i serbi”.
Il governo di Kurti, dal canto suo, ha risposto accusando Vucic di essere il mandante dei blocchi stradali illegali, volti a minare il Kosovo “democratico e progressista”.
Nel frattempo, la Russia ha accusato Pristina di aver deliberatamente aggravato la situazione come parte delle provocazioni della NATO per colpire la Serbia.
Il Kosovo e i suoi sostenitori statunitensi e comunitari devono “fermare le provocazioni e rispettare i diritti dei serbi”, ha dichiarato domenica la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.
Domenica sera, Vucic ha avuto colloqui con i vertici della KFOR dalla sede dello Stato Maggiore serbo e ,dopo essere uscito dall’edificio poco prima di mezzanotte, ha dichiarato ai giornalisti di essere ottimista riguardo a una risoluzione pacifica.
“Spero che la situazione si attenui entro domani e che saremo in grado di raggiungere una soluzione nei prossimi giorni”, ha dichiarato Vucic, aggiungendo che il comandante della KFOR terrà colloqui sullo smantellamento dei blocchi stradali con le autorità locali di Kosovska Mitrovica.
“Nelle prossime settimane e nei prossimi mesi dovremo affrontare la lotta politica più dura di sempre, quindi ringrazio tutti per la moderazione, soprattutto i serbi in Kosovo”, ha dichiarato Vucic. “Non ci sarà nessuna resa e la Serbia vincerà”.
Ricordiamo che la NATO ha occupato il Kosovo nel 1999, dopo 78 giorni di bombardamenti aerei contro gli allora serbi di Jugoslavia che erano entrati in quell’area
La regione, poi, ha dichiarato l’indipendenza nel 2008 con il sostegno dell’Occidente – Stati Uniti in testa – mentre la Serbia, la Russia e la Cina non lo hanno mai fatto
La redazione
Puoi seguirci con un like qui
