Cosi’ e’ (se vi pare): lo ‘stato dell’arte’ dell’Italia tra guerra, canzonette e democrazia violata

Mentre il mondo e’ in subbuglio, con la guerra in territorio ucraino che vive un’escalation militare e la nuova, insopportabile scia di sangue che arriva dalla Palestina, in Italia va in scena il carrozzone “globalista” chiamato, oramai impropriamente, ‘Festival della canzone Italiana’.

Lo stanco e inutile esercizio democratico del voto, poi, palesa tutta la sua ipocrizia con le elezioni regionali in Lazio e Lombardia, dopo che la premier Meloni ha da poco chiuso la partita della finanziaria “lacrime e sangue”, copia incollando l’agenda dell’ex “nemico” Draghi e tanto voluta dalla Commissione Europea.

In mezzo a tutta questa “vitalita’ democratica e liberale” pero’, nessuno, dei rappresentanti “onorevoli” del nostro paese, che sia li’ a portare il pensiero della maggioranza silenziosa degli italiani, quelli che lavorano per davvero insomma.

Nessuno – per dirne una – che sollevi un dubbio sulla reale portata della guerra nell’est Europa, sulle sue origini – che arrivano da lontano – o sull’utilita’ di cercare una mediazione tra Russia e NATO per il bene di tutti, soprattutto dell’Italia, invece di continuare, ipocritamente, uno scontro per procura con l’invio di armi e finanziamenti ai poveri ucraini eterodiretti dalla NATO

Nessuno – figurarsi – che parli piu’ della “questione palestinese”, foriera da sempre di vendette jihadiste in Europa e mai veramente risolta, mentre la mattanza continua indisturbata in quei territori di confine, dove tra palazzi vicini ci si spara ormai senza piu’ un briciolo di umanita’ ne rimorsi

Nessuno – non sia mai – che abbia il coraggio di dire che e’ inutile votare per la rappresentanza di un ente locale nel nostro bel paese, quando un sincero esercizio democratico imporrebbe decisioni, a maggioranza, per ben altre vitali questioni: “Italiano, vorresti mandare ancora armi in Ucraina? Vorresti, per caso, continuare a far parte dell’ austera e tecnocratica Unione Europea? Vorresti, tante volte, uscire dalla NATO per riacquistare un briciolo di neutralita’ ed uno spirito sinceramente pacifista come recita ‘La Costituzione piu’ bella del mondo’ ?”

Meglio, di sicuro, seguire in tv il baraccone musicale – che di musicale ha ormai poco -, del Festival di Sanremo, abbandonandosi ad un mondo voluto da altri per noi, fatto di liberta’ a buon mercato, tra un selfie, un amplesso mimato alla bene e meglio ed un bacio con la lingua a favor di telecamera.

Cosi’ e’ (se vi pare) , titolava la famosa opera teatrale di Luigi Pirandello ed e’ questo il triste riassunto dello “stato dell’arte” dei nostri tempi nella nostra piccola, indifesa, irrilevante, bellissima Italia, dove l’imperativo e’ sempre quello: “difendiamoci”

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