Conte apre la crisi di governo non votando il decreto Aiuti. Lega e PD: “andiamo al voto”
La linea dettata dal Consiglio nazionale del M5S che si è riunito questa sera, dopo una lunga giornata di confronti e tentativi di mediazione, e confermata dal leader politico Giuseppe Conte e’ quella di non dare l’assenso al governo sul decreto Aiuti che si votera’ domani in parlamento
Queste le parole di Conte:”La settimana scorsa abbiamo portato a Draghi un documento politico. L’abbiamo inteso come un documento serio e responsabile rispetto al momento drammatico che il Paese sta vivendo. Oggi è alla luce di questa crisi che dobbiamo lavorare. Il nostro ruolo politico oggi si definisce rispetto a queste priorità e alla nostra capacità di fornire risposte adeguate. Oggi però si apre una grave crisi sociale, troppo profonda. È un Paese sull’orlo del baratro. Il M5s è l’unica forza politica che si sta interrogando su questa crisi, l’unica che sta incalzando il governo su questa emergenza. Ho il forte timore che settembre possa essere il mese in cui il conflitto sociale faccia salire la temperatura nelle piazze. Vi chiedo: ma in questa fase qual è il compito di una forza politica responsabile? Tacere? Far finta di non vedere gli sviluppi drammatici della crisi in atto o denunciarli affinché vengano approvate misure strutturali? “.

Ed ancora: “Lo scenario è cambiato, chiediamo alla politica di prenderne atto ed entrare in una fase di governo completamente differente. Abbiamo chiesto a lungo un cambio di passo al governo. Ieri Draghi ha convocato a Chigi un tavolo con le parti sociali per discutere quei problemi che abbiamo illustrato nel nostro documento. E ha annunciato un corposo decreto a fine luglio. Questo è uno snodo importante e diciamolo, lo si deve al Movimento Cinque Stelle. Siamo assolutamente disponibili a dialogare e dare il nostro contributo costruttivo al governo, ma non concediamo cambiali in bianco. Oggi ho avuto un colloquio con il premier Draghi, registro una disponibilità del presidente a venirci incontro su tutti i nostri punti. Ma non ci possiamo accontentare di dichiarazioni di intenti, occorrono misure concrete. Domani il M5s è chiamato a prendere una posizione rispetto al decreto Aiuti. Non possiamo che agire con coerenza e linearità, i cittadini non comprenderebbero una soluzione diversa”, ha detto ancora Conte, per poi concludere: “Fin da quando il provvedimento è stato presentato con la massima lealtà noi abbiamo spiegato le nostre ragioni contrarie”, in riferimento in particolare alla norma su Roma, al superbonus e al reddito di cittadinanza. “Alla Camera, dove è possibile un voto disgiunto, abbiamo espresso la fiducia e però non abbiamo partecipato al voto. In Senato non è possibile il voto disgiunto. Noi domani, coerentemente, non parteciperemo al voto”.

Le reazioni degli altri partiti del governo tecnico non si sono fatte attendere: “Se i 5 Stelle escono dall’Aula, la maggioranza non c’è più: basta con litigi, minacce e ritardi, parola agli italiani”, hanno fatto sapere fonti del Carroccio.
Sia la Lega che il P.D già nel pomeriggio avevano messo in chiaro che in caso di uscita dei grillini dal governo si sarebbe andati al voto con la sola Forza Italia che chiede una verifica della maggioranza
La redazione
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