Basket: l’Olimpia Milano sbanca gara 1 in casa della Virtus Bologna nella finale scudetto

Il primo punto è dell’Olimpia Milano, che sbanca la Segafredo Arena e si porta in vantaggio nella serie per il titolo. Non è stata una partita bellissima, piuttosto avara di contenuti tecnici, ma di notevole intensità. Il nervosismo l’ha fatta da padrone su entrambi gli schieramenti, ma Bologna in particolare ha dato la sensazione di subire la pressione più del dovuto.

Pronti via e subito un colpo di scena: Teodosic tenta la tripla, Shields interviene fallosamente su di lui, che ricade male sulla caviglia ed è costretto a uscire dolorante. L’Arena Segafredo trattiene il respiro per tre lunghi minuti, ma quando il genio serbo rientra, esplode come una polveriera. La premiata ditta Rodriguez-Hines, che già in passato infiniti mali provocò ai bolognesi, si mette subito al lavoro e in pochi minuti i due creano 8 punti dal pick n’ roll. Ma è un fuoco di paglia perché le polveri si bagnano su entrambi i fronti e la prima frazione si chiude sul 10 – 13. Shengelia si fa male al gomito e i presagi per la Virtus si fanno più cupi delle loro canottiere.

Fasi concitate sotto canestro

Gli arbitri lasciano correre molto fischiando lo stretto necessario e talvolta anche meno, forse memori delle polemiche di un anno fa, quando la Virtus travolse i milanesi tirando meno della metà dei loro liberi. Ma è soprattutto la tensione a condizionare la gara, con errori incredibili sotto canestro o su tiri aperti dall’arco. Quando anche il Chacho Rodriguez, reduce dal 100% nei turni precedenti, sbaglia un tiro libero, si capisce che sarà una serata avara di gioie. Milano prova la fuga sul 14-19, ma prima Belinelli, poi Hackett firmano le triple del pareggio a quota 21. Di lì avanti si continua punto a punto, sorpasso e controsorpasso fino all’intervallo lungo con Milano avanti 28-27, che di solito è il punteggio di un quarto per queste due squadre.

Alla ripresa l’Olimpia produce lo strappo decisivo prima con Shields e poi con Rodriguez, ma Bologna c’e’ e risponde con Teodosic e Shengelia. Quando pero’ Shields trova finalmente la chiave per aprire la difesa avversaria, i bolognesi non riescono più a replicare e vanno sotto di 8. Poi entra in scena Datome, che completa l’opera e porta l’Olimpia al massimo vantaggio di 13 punti. Il Chacho detta i ritmi, sforna assist come se piovesse, anche se non si mette mai in proprio.

Fasi di studio nella finale scudetto

Dall’altra parte Weems è un fantasma, praticamente non entra mai in partita, e anche Pajola non prende mai quota: due dei protagonisti dello scorso anno, che certo non hanno beneficiato delle rotazioni allungate.Si entra così nell’ultimo quarto con Milano avanti di 10, che con un punteggio così basso è come se fossero 20. Bologna prova a rientrare in partita con Alibegovic e soprattutto Sampson, l’eroe che non ti aspetti, ma Milano risponde e quando Datome colpisce da 3 sulla sirena sembra di essere ai titoli di coda. Anche perché un attimo dopo gli arbitri fischiano tecnico a Hackett, che da quel momento perde la bussola. Datome però emula il Chacho e sbaglia il primo libero di questi playoff, e di lì in poi Teodosic sale in cattedra e parte la remuntada. Shengelia con due canestri di fila porta i suoi a -2 e poco dopo Hackett ha i due liberi del possibile pareggio, ma è ancora condizionato dal nervosismo e li sbaglia entrambi. A quel punto si conferma una regola non scritta di questo sport: una cosa è tornare a contatto dopo una rimonta, tutt’altra è mettere la testa avanti all’avversario. E infatti la difesa di Milano riprende a funzionare, Bentil e Datome portano i punti della sicurezza e a nulla servono le ultime magie di Teodosic.

Il tweet dell’ Olimpia Milano nel post match

Appena 48 ore per resettare, si torna in campo alla Segafredo Arena venerdì per gara-2 di questa serie, che comunque si conferma molto equilibrata com’era nelle previsioni.

Diego De Mattia

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