Argentina, la tercera è tua! Messi alza la coppa ed è nell’Olimpo del calcio

Nella partita del secolo, il confronto tra i due più grandi del mondo è deciso dall’eroe che non ti aspetti: il Dibu Martinez! Gano’ la Seleccion!

Al termine di un match epico, pieno di gol da antologia e giocate da fuoriclasse, segnato da una serie di incredibili capovolgimenti della sorte, l’Argentina vince e conquista la sua terza Coppa del Mondo

Se la definizione di Infantino di “mondiali più belli della storia” ci sembra del tutto fuori luogo (anche alla luce delle polemiche che hanno preceduto e accompagnato la manifestazione e, soprattutto, degli scandali che stanno emergendo), non ci sembra esagerato dire che è stata la finale più bella ed emozionante di sempre.

È stato, com’era nelle attese e forse anche di più, il confronto tra due campioni, sicuramente i due più forti calciatori del mondo in questo momento: Messi da una parte, Mbappe’ dall’altra.

Non solo per i gol, 2 dell’argentino, addirittura 3 del francese, non solo per le giocate da campioni, ma soprattutto per il modo in cui i due hanno trascinato le rispettive compagini, il “sense of drama” con cui si sono presi la scena, alternandosi come protagonisti di una sfida che sembrava il copione di un film.

L’Argentina l’ha dovuta vincere tre volte, e non sono bastati 120 minuti (più altri 20 di recupero nei vari tempi) a decretare un vincitore. L’albiceleste parte forte, ed è subito padrona del campo.

Pressa alta, recupera palloni che serve subito a Messi, che spesso apre il gioco su Di Maria, autentica spina nel fianco dei transalpini.

Un suo affondo determina il rigore con cui il dieci apre le danze. Passano pochi minuti e arriva il raddoppio: è un’azione fantastica, cinque tocchi di prima mettono Di Maria in condizione di entrare in porta col pallone.

E via così, il tempo si chiude con la mossa rabbiosa di Deschamps che, per dare un segnale forte, toglie Giroud e Dembele.

Nella ripresa non cambia lo spartito, l’Argentina rallenta ma resta sempre pericolosa, soprattutto non rischia mai nulla, mentre la Francia sembra addirittura rassegnata e subisce inerme gli ole’ di scherno che accompagnano il palleggio degli avversari.

Fino all’80’, quando accade l’impensabile. Otamendi esita per eccessiva sicurezza, si lascia scippare un pallone, è costretto al fallo da rigore: Mbappe’ trasforma e siamo 2-1.

Neanche il tempo di ripartire, e il pari è servito: sempre Mbappe’, lavora un pallone al limite e va a concludere con una volee che solo a immaginarla bisogna essere di un livello precluso ai più.

Ora l’Argentina trema, è letteralmente paralizzata dalla paura e in balia dei francesi, che affondano con ritrovata veemenza. Si va ai supplementari.

L’Argentina pian piano si riprende e ritrova il centro del ring, Messi offre un cioccolatino a Lautaro che però si fa borseggiare sul più bello, e pochi minuti dopo sciupa un’altra occasione a pochi passi dalla porta.

All’inizio del secondo tempo supplementare l’equilibrio si spezza di nuovo: l’Argentina costruisce un’altra azione in velocità, si presenta con tre uomini in area, Lautaro batte a colpo sicuro, Loris respinge, ma irrompe Messi che manda pallone e difensore in porta per il 3-2.

Piange il fuoriclasse di Rosario, piangono De Paul e Di Maria, stavolta sembra fatta! Nella testa dei 45 milioni di argentini scorrono le immagini dell’Azteca, la finale contro la Germania: dal 2-0 al 2-2, e poi Diego che inventa per Burruchaga per il 3-2 conclusivo.

Ma c’è l’altro campione in campo, e non è d’accordo. Di rabbia e d’orgoglio raccoglie un pallone in area e tira una sassata che si spegne su un braccio albiceleste, è rigore: ancora Mbappe’ dal dischetto e siamo 3-3.

Manca poco, ma c’è il tempo per un’ultima, grande emozione: minuto 123, Kolo Mouani ha la palla del match e della vita per i transalpini, tira anche bene, forte e angolato, ma il Dibu Martinez, il più imprevisto degli eroi, compie un miracolo che i suoi compaesani ricorderanno per i prossimi secoli, più o meno come noi italiani ricordiamo la parata di Zoff al 90’ di Italia-Brasile.

Si va ai rigori. Non ci piace mai vedere un titolo assegnato con la lotteria dei tiri dagli 11 metri, e tantomeno in questa occasione, perche’ vorremmo che questa partita durasse ancora per quanto ci ha entusiasmato.

Inizia Mbappe’, che segna il suo terzo rigore della serata, Messi lo imita. Tocca a Coman, El Dibu apre le ali e vola a intercettare.

Dybala, entrato al 120’ sigla il sorpasso, poi tocca a Tchouameni che si lascia incantare dalle moine del portierone argentino e manda la palla fuori. Stavolta è veramente fatta: nella partita del secolo, nella serata delle stelle, dei fuoriclasse e dei gol da antologia, l’ultima parola è di un portiere.

A noi sembra comunque il giusto epilogo, ha vinto chi ha più meritato, nella partita e nella manifestazione. Con il mondiale, Messi chiude il cerchio su una carriera per la quale bisognerebbe inventare nuovi aggettivi.

Per tanti anni alcuni gli hanno rinfacciato di vincere solo nei club, in mezzo a tanti altri campioni, e di non essere decisivo in nazionale. Di non essere all’altezza di Maradona, soprattutto.

Noi troviamo futile e sciocco questo paragone, e possiamo solo dire che 36 anni dopo che il giocatore più forte della storia alzò la coppa del mondo in Messico, il calciatore più forte della storia è tornato ad alzare quella coppa, in Qatar.

Diego De Mattia

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